
6 CONSIGLI PER CAVALCARE IL CAMBIAMENTO DEI SOCIAL MEDIA
Immagina di svegliarti domani mattina e di scoprire che Instagram non ci sia più. Cosa faresti?
Molti dei quasi 26 milioni di utenti in Italia sarebbero in difficoltà e avrebbero dei reali problemi di business da gestire. Ti tranquillizzo, Instagram non sta sparendo, ma sta cambiando radicalmente pelle al punto di aver scatenato le ire di tantissime persone che hanno deciso di lanciare una petizione per far tornare Instagram quello di una volta.
Se sei tra quel 40% di italiani che usa Instagram, ti sarai accorto che il social nato per la condivisione di fotografie sembra invaso dai video e che i contenuti che ti propone non sono più lo specchio degli account che segui ma sono governati da un algoritmo fuori dal nostro controllo. I post sponsorizzati sono sempre di più e vengono consigliati sempre più Reels (video brevi) di account non seguiti. Questa nuova versione di Instagram assomiglia sempre più a TikTok: un nuovo layout, ispirato a quello del competitor, dark mode (quindi sfondo nero), video a schermo intero e scrolling non più infinito ma elemento per elemento, proprio come TikTok.
Rivolta online contro il nuovo Instagram, l’azienda: “Cambiamento inevitabile”.https://t.co/Ff65EJoIIo pic.twitter.com/sWslg535DZ
— La Stampa (@LaStampa) July 27, 2022
La domanda nasce spontanea: “ha ancora senso investire tempo e denaro su Instagram o è meglio passare ad altro, ad esempio a TikTok?” La risposta ad oggi è ASSOLUTAMENTE SÌ, VALE LA PENA INVESTIRE SU INSTAGRAM.
Nel mondo, gli account attivi su Instagram nel 2022, sono 2 miliardi e di questi il 60% guarda e pubblica 500 milioni di storie al giorno. È un pubblico davvero immenso a cui rivolgersi. TikTok ti fa crescere in modo velocissimo, è vero, ma proprio a causa di questo suo algoritmo intelligente e dall’apprendimento rapido, gli utenti non si affezionano, passano da un video all’altro. È molto più complicato ad oggi creare una community fedele su TikTok: gli esperti della piattaforma stimano che 10mila follower su TikTok siano paragonabili a 1000 su Instagram.
Per le aziende, oggi, Instagram continua ad essere la piattaforma principale con cui comunicare e tramite la quale influenzare e vendere i propri prodotti e servizi, anche nel caso di aziende B2B. Quindi è da considerarsi puramente un luogo comune l’idea che – proprio in questo ambito – social come Instagram e TikTok non possano portare a risultati concreti. Se tra i social ritenuti più “idonei” a rappresentare l’immagine aziendale troviamo LinkedIn e Facebook – perché più istituzionali – le due piattaforme più amate da Millennials e Generazione Z possono essere invece una vetrina interessante di visual storytelling per concretizzare la fase di vendita sul sito web o tramite canali più tradizionali. Una posizione nettamente contraria al loro utilizzo potrebbe privare l’azienda di possibilità concrete di allargare il proprio pubblico e trovare nuovi clienti.
Suggerisco quindi di aprire quanto prima un account su TikTok per assicurarsi di avere il nome della propria azienda e prendere confidenza con l’applicazione e le sue regole. I social cambiano in modo veloce e spesso imprevedibile, la sfida sta nel cavalcare il momento e adattarsi velocemente alle novità senza timore di sbagliare e soprattutto senza aspettare di avere il contenuto perfetto.
Le logiche sono molto diverse dai media tradizionali dove tutto deve essere perfetto. Uno spot o un’affissione vengono creati per rimanere sotto gli occhi di milioni di persone per diversi giorni, a costi di produzione altissimi. Sui social i contenuti vengono consumati in un lampo, spesso con grande superficialità e bastano pochi minuti per crearli.

Mariachiara Zanin
Ecco alcuni consigli per cavalcare al meglio il cambiamento:
1 – Diversificare
Ora più che mai è necessario utilizzare piattaforme diverse, lo so è faticoso, ma con un buon piano editoriale si può risparmiare tempo e raggiungere più persone.
In base al settore in cui si opera, stabilire quando, quali e quanti contenuti condividere non è sempre scontato: il consiglio è quindi quello di pianificare e testare, testare e testare! Gli insight di Instagram ad esempio forniscono dati preziosi ai social media manager aziendali per stabilire ora, giorni e tipologia di contenuti da postare.
Instagram, TikTok, YouTube Shorts vivono di brevi video, è il momento di testare queste piattaforme. Ricorda di creare contenuti vari con questi obiettivi: Intrattenere, Educare e Informare.
2 – Essere sul pezzo
Un mio consiglio è quello di condividere notizie del proprio settore, commentate rispettando il tone of voice del brand e senza temere di esprimere la propria opinione, il copia e incolla non è mai piaciuto a nessuno.
3 – Esaltare il proprio punto di vista
Raccontare cosa succede dietro le quinte della propria azienda potrebbe sembrare ovvio e scontato, ma per i non addetti ai lavori risulta uno stimolo interessante e coinvolgente.
4 – Raccontare la storia della propria azienda
Raccontare gli esordi dell’azienda e di come ha iniziato ad operare nel suo settore contribuisce non solo a creare un legame con i propri clienti, ma anche a fidelizzarli. Quali sono state le difficoltà, cosa si è imparato e cosa è cambiato: non importa che piattaforma si utilizzi, che sia Instagram o una newsletter, una buona storia funziona sempre.
I social media “d’intrattenimento” sono il luogo ideale per raccontare la storia e la mission aziendale utilizzando un linguaggio più avvincente, schietto e sincero: un’occasione per attirare anche l’attenzione di altre aziende e clienti che si riconoscono nei valori della tua azienda.
Spesso online le aziende utilizzano un tono istituzionale, freddo e impersonale, i takeover sono un ottimo modo per far parlare i dipendenti raccontando i loro punti di vista. Il “fattore umano” online è sempre vincente. Mettere la faccia sui social funziona meglio di video e foto tecnicamente perfetti.
5 – La regola delle tre C
No, non sto parlando di diamanti, ma di Costanza, Contenuto e Coerenza.
- Pubblica spesso, almeno 4 volte a settimana per 2 mesi
- Condividi informazioni interessanti, divertenti, stimolanti,
- Rimani fedele al brand e coerente con i suoi valori. L’unicità è un valore aggiunto
Non temere di esprimere il tuo punto di vista.
6 – Interagire
Pianificata la strategia e pubblicati i primi contenuti, è importante interagire con altri brand, ma soprattutto con gli utenti. Chiedi loro cosa pensano e rispondi sempre alle domande. Instagram non sarà professionale come LinkedIn, ma utilizzando hashtag specifici e caption studiate si possono creare connessioni interessanti per sviluppare l’engagement.
I social sono per definizione strumenti creati per socializzare, chiacchierare, scambiarsi opinioni. Essere autoreferenziale e fare monologhi non funziona online.
Tutto ciò che è digitale è in continua evoluzione, online vince chi è curioso e aperto al cambiamento, non c’è un giusto o uno sbagliato, è un test continuo ricco di scambi e stimoli.
Siamo noi utenti a decidere cosa funziona ed è grazie ad un utilizzo costante e vario che diventeremo più bravi a comunicare.
In conclusione: Instagram o TikTok…chi vince il confronto?
Anche in questo caso, non esiste una risposta giusta o sbagliata, ogni azienda ha i suoi clienti, potenziali clienti, collaboratori e aziende partner, l’importante è quindi diversificare i contenuti ed essere presenti e costanti in base al proprio target di riferimento. Alla base c’è sempre un lavoro di strategia e pianificazione.
Ciao Mariachiara, articolo molto interessante. è possibile chiedere anche consulenze private per piccole aziende? grazie
Ciao Naomi! Sono contenta che l’articolo ti sia piaciuto. Certo per le consulenze puoi scrivermi a hello@mariachiarazanin.it
A presto!
Mariachiara
Ciao, ho letto che consigli di aprire un account tiktok innanzitutto per accaparrarsi il nome, ma non credo che la mia azienda (ci occupiamo di eventi aziendali) possa utilizzarlo, perchè gran parte dei nostri clienti (aziende) non usano i social, soprattutto tiktok. abbiamo un canale ig con poco riscontro perchè appunto il nostro target è poco incline ai social…è un settore che nonostante sia molto creativo va ancora avanti con le mail e il passaparola. non sarebbe meglio evitare di avere profili che non si utilizzano? grazie
Ciao Enrico, sono d’accordo con te, piuttosto che avere mille social che non si usano meglio focalizzarsi su pochi e pubblicare con coerenza e costanza.
TikTok per molti settori è ancora un territorio inesplorato, suggerisco di provare ad utilizzarlo per 6 mesi con una pubblicazione costante. Essere i primi porta spesso dei grandi vantaggi!
Pensa che qualche giorno fa ho ricevuto una newsletter di un’esperta di social media e digital marketing che aveva come oggetto “I social media sono morti” e invece adesso leggo da te che è comunque ancora importante esserci. Io però ho cambiato strategia. Ho notato che il mio pubblicare meno frequentemente funziona di più che pubblicare 3 o 4 volte a settimane. Pubblico un solo post a settimana su Instagram e raggiungo circa 100 like e una decina di commenti. Pubblicando spesso invece raccolgo una decina di like e zero commenti. Quindi penso dipenda dal proprio settore e il target di riferimento.
Salve Mariachiara. Quanto pensa possa durare il clamore intorno a TikTok? Sarà un altro caso ClubHouse o questo social sarà destinato a vita più lunga secondo lei?
Salve Marina!
Da quello che vedo quotidianamente credo che sentiremo parlare di TikTok ancora a lungo.
La piattaforma è nata nel 2016 ed è esplosa da dopo la pandemia.
Le riporto un estratto tratto da Il Sole24 ore riguardo TikTok: “Con un’incredibile crescita del 215% (da 19 miliardi a 59 miliardi di dollari), il valore del marchio di TikTok è triplicato nell’ultimo anno raggiungendo da nuovo entrante il 18esimo posto tra i primi 500 marchi di maggior valore al mondo nella Brand Finance Global 500 del 2022 ”
Aggiungo che 2022 gli utenti di TikTok Italia attivi mensilmente sono 14.8 milioni (+ 8.82% rispetto al 2021), con un’età compresa tra i 13 e i 55 anni.
Per quanto riguarda Clubhouse è stata una meteora.
L’idea era ottima, ne è la prova quanto velocemente sia stata copiata da Twitter e Spotify.
Purtroppo non ha avuto i finanziamenti e la strategia giusta per sfondare e proteggere la propria unicità.
Grazie per la domanda e a presto!
Mariachiara
Essere i primi è sicuramente quel fattore che ti conferisce anche vantaggio sugli altri che ancora non hanno “sperimentato” quel determinato social. L’importante è capire se oltre ad essere i primi non si rischia anche di essere gli unici. Il settore degli eventi aziendali è un mondo tanto creativo quanto poco incline all’immaginazione – paradossalmente – e soprattutto ai social. Molte agenzie o event manager non solo hanno bisogno di essere guidate passo passo alla realizzazione di un evento, ma non possiedono neanche un profilo Instagram…figuriamoci TikTok. #BoomerAlert
Hai perfettamente ragione Federica, una guida preparata, aggiornata e attenta ai trend fa spesso la differenza soprattutto per chi è alle prime armi.
Per quanto riguarda l’essere gli unici credo sia un’ipotesi abbastanza remota.
TikTok ha 30.8 milioni di utenti attivi al giorno e l’hashtag #eventplanner conta ad oggi 766.8 milioni di visualizzazioni.
Instagram ha toccato i 500milioni di utilizzatori giornalieri e il tag #eventplanner è stato utilizzato 14.8 milioni di volte.
Io consiglio sempre di testare con il giusto mindset e budget per un periodo non inferiore a 6 mesi e poi valutare se la strategia utilizzata è corretta per la nostra attività.
Sono d’accordo con te sul testare bene per un periodo medio-lungo cosa funziona e cosa no, quali campagne funzionano e quali non portano a nulla, ma ti posso confermare – lavorando nel settore degli eventi – che soprattutto in Italia le agenzie di eventi, gli/le event manager aziendali utilizzano poco e niente i social media. Tutto questo nonostante gli hashtag #eventplanner siano molto utilizzati…perché ricordiamo che esistono anche molti/e event planner o wedding planner freelance che si occupano esclusivamente di eventi privati come feste, matrimoni, compleanni. Ti assicuro che è difficile trovare un’azienda che durante un evento aziendale/meeting/conferenza/lancio di prodotto ti conceda di creare o pubblicare contenuti e le agenzie non solo hanno profili social fantasmi, ma non si impegnano neanche, forse proprio per questa ragione? e parlo da SMM di un’agenzia di eventi inglese. Da quando mi hanno trasferita a Londra ho notato che qui è decisamente tutta un’altra storia e quando devo interfacciarmi con le colleghe Italiane mi vien voglia di strapparmi i capelli hahah Grazie mille per il confronto e buon lavoro!
Articolo molto interessante! Ormai star dietro ai social è sempre più complicato. Sia da azienda che da utente normale secondo me. I social come una volta non esistono più…i vari algoritmi ormai non fanno altro che mostrarci contenuti di profili che non seguiamo o post sponsorizzati a cui magari neanche siamo interessati perché in base a qualche mi piace lasciato qua e la l’algoritmo pensa che io possa essere interessata a polveri modellanti per capelli o servizi di piatti dal dubbio gusto. E in tutto questo se una mia amica mi chiede “hai visto il mio ultimo post?” devo dirle “un attimo, vado a cercarlo” perché Instagram non mi mostra quasi mai le persone che seguo, se non quelle che controllo più spesso come le mie figlie. Quindi si, vale la pena “investire” sui social…perché sono solo i post a pagamento che vanno avanti ormai.
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Pensa che io addirittura non considererei TikTok come un Social Network. Ok i numeri riportati sono impressionanti, ma gran parte degli utenti sono “spettatori” e non creatori di contenuti. Non c’è interazione. C’è solo chi si mostra e chi osserva. Lo definirei più come una piattaforma d’intrattenimento per passare il tempo…un Netflix con serie amatoriali sulla quotidianità di ragazz* della porta accanto.
Prendo spunto dalla domanda posta nel titolo per dire che è meglio puntare sui social affini alla propria attività commerciale/azienda. Mariachiara non me ne volere ma dire di creare un account TikTok e provare senza avere i giusti contenuti perché magari la propria attività non lo permette non credo sia utile. Ultimamente ci sono tanti guru online che ti promettono risultati pazzeschi per il tuo sito o i tuoi social, ma in realtà si tratta solo di fuffa in vendita. Non esistono regole che valgono per tutti o procedure da seguire per avere più like e follower. Gli algoritmi sono in perenne cambiamento, quindi oggi hai 20 like e domani ne potresti avere 1000 senza cambiare la tua strategia. In ogni caso puntate solo su ciò che è utile e se avete le figure professionali corrette. Ahimè il social media manager è ormai il tuttofare digitale dell’azienda e a lui/lei si chiede di provvedere a qualsiasi cosa riguardi la pubblicazione in rete, compreso il sito web senza sapere che dovrebbero esistere figure competenti di pertinenza come un copywriter, un graphic designer, un analyst, un SEO specialist, un web designer e poi forse arriva il SMM. Quindi Mariachiara direi di essere più precisi perché magari chi legge potrebbe pensare che è tutto qui…arriva il capetto di una piccola azienda con la terza media e legge che basta creare un account, quindi torna dal disgraziato/a ovviamente laureato/a che gli cura i social dicendo che basta creare l’account ovunque. Credo che sarà capitato anche a te e ti prego di ricordarlo come veniamo considerati. Ci viene chiesto perché qualcosa non abbia funzionato senza che quella cosa sia di nostra reale competenza…il tutto senza neanche investire nella formazione. Instagram, YouTube, TikTok, Twitter/X…ti servono davvero tutti questi canali se magari i tuoi contenuti vanno bene solo per uno o due di questi? Fine della mia riflessione ma potrei parlarne per ore. Ciao Mariachiara.
Se dovessi scegliere tra TikTok e Instagram per promuovere un’azienda, opterei per Instagram. TikTok potrebbe offrire un appeal giovane, ma la sua natura effimera potrebbe non garantire un coinvolgimento duraturo. Instagram, consolidato e versatile, rimane una vetrina affidabile per i servizi aziendali. Youtube, benché ricco di potenziale, spesso non cattura l’interesse del pubblico per i video aziendali…risulta noioso e inefficace a quasi tutte le aziende che dietro non hanno un reparto video dedicato solo a quello.
Ciao Giampiero, riflessione interessante. Sono d’accordo con te quando dici che un video per funzionare su YouTube deve essere coinvolgente e di qualità e credo valga per qualsiasi contenuto da postare in rete. Ogni azienda ha il suo target di riferimento e dovrebbe basarsi su quello anche nella scelta del canale di comunicazione più adeguato.
Direi che ormai i social sono morti del tutto…almeno per come li conoscevamo. Nessun post viene visualizzato nella home. Non funziona più nessuna regola a cui eravamo abituati: ne orari di pubblicazione, ne hashtag, ne descrizioni lunghe o corte, ne video, ne foto…io non pubblico più nulla a livello professionale, non c’è più soddisfazione o riscontro
Leggere adesso questo articolo, a distanza di qualche anno da quando è stato scritto sembra come leggere qualcosa da un’altra epoca. Ad oggi parlare di social media mi farebbe strano. I millennial e generazione Z stanno sempre meno sui social e addirittura nel 2024 si è verificato un picco di cancellazione di profili Facebook, Twitter e abbandono di Instagram che resiste come galleria dove ogni tanto pubblicare una foto ma senza preoccuparsi neanche di quante persone la vedano. I genZ addirittura non pubblicano neanche, la usano come se fosse whatsapp per chattare. E che dire di TikTok che dal 19 gennaio 2025 sarà bandito dagli stati uniti. Inutile quindi per le piccole aziende puntare su strategie social o farsi domande del tipo “perché non ho follower?” O perché non interagiscono con il profilo della mia azienda?”. Facile, a nessuno importa più. Non c’è più interazione neanche tra i profili privati – quando va bene ci si limita a sfogliare annoiati – perché mai dovrebbe esserci interazione con il profilo di un negozio o di una piccola azienda? Ok, so che che l’agenzia X è su IG, se sono curioso di vedere che fa allora vado a vedere il profilo, ma mai a nessuno viene più in mente di scrivere “wow che bella foto. Ottimo lavoro. Continuate cosi.” Gli utenti sono saturi di contenuti e li subiscono passivamente. È triste, ma è così. Su Instagram si parla infatti di Ghost profile, ovvero profili fantasmi: ci sono, ma sono raramente connessi e attivi. Questo perché Millennial e GenZ stanno riscoprendo il proprio tempo libero in modo diverso: svago, intrattenimento, viaggi, esperienze varie. Limitando il lavoro alle 8 ore giornaliere. Nessuno ha voglia di stare sui social pure continuare a stare nella sfera lavorativa. Parola di una Communication Manager.